Assalto alla Lombardia by Michele Sasso

Assalto alla Lombardia by Michele Sasso

autore:Michele Sasso
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-03-15T00:00:00+00:00


Gli affari russi della famiglia dell’assessore

Dal Bresciano alla Russia via Dubai. Sono le rotte degli affari della famiglia dell’assessore lombardo al Bilancio Davide Caparini. A lui e alla sorella Maria Elena è intestata la società di Dubai sotto indagine in Usa per aver cercato di violare le sanzioni contro la Russia. L’azienda dell’Emirato è controllata da una società italiana, la Piccola Rinascente Srl di Milano, le cui quote sono di due trust: Futur Trust e Felise Trust. Che gestiscono appunto i beni dei due fratelli Caparini. Ossia, oltre alla Piccola Rinascente, le quote della Mesit – la società di famiglia –, case e appartamenti a Brescia, Ponte di Legno (il buen retiro di Bossi) e in Costa Smeralda. Gabriele Villone, il manager della società di Dubai, ha scontato una condanna a due anni e quattro mesi al termine della quale è stato espulso dagli Usa.

Come svelato da Jacopo Iacoboni e Gianluca Paolucci sulla «Stampa», «l’inchiesta dell’Fbi era emersa nel 2019: la Gva International di Dubai aveva cercato di vendere a Gazpromneft (controllata dal colosso russo del petrolio Gazprom) una turbina utilizzata negli impianti di estrazione dell’Artico e prodotta da una società americana (valore dell’operazione, 17,3 milioni di dollari). La turbina però è uno dei beni sottoposti a restrizioni per le sanzioni statunitensi alla Russia, così come è sottoposta alle sanzioni la stessa Gazprom. Nell’atto d’accusa, oltre alla Gva International e al manager italiano Gabriele Villone, veniva citato Bruno Caparini, indicato come “responsabile commerciale” di una non meglio precisata “società italiana”».

Caparini è un nome pesante nella storia e nel presente della Lega. Bruno, 83 anni, bresciano di Edolo, imprenditore, è considerato uno dei fondatori della Lega Nord, nonché storico amico di Umberto Bossi. Il figlio Davide, anche lui leghista della prima ora, è stato deputato ininterrottamente dal 1996 al 2018. Quando è stato eletto in Regione Lombardia e nominato assessore al Bilancio della giunta Fontana. Nel corso dell’indagine americana, Villone ha optato per un accordo con la procura che ha condotto l’indagine (Southern district of Georgia, di Savannah) e ha collaborato con le autorità Usa. Si è riconosciuto colpevole di un capo d’imputazione (conspiracy, una sorta di associazione per delinquere, finalizzata ad aggirare le sanzioni) e la procura ha ritirato gli altri tre inizialmente contestati, tra i quali figurava anche il riciclaggio. Restano in piedi le accuse contro gli altri soggetti coinvolti: un manager americano, due cittadini russi, Bruno Caparini e la Gva International di Dubai, per la quale lavorava Villone.

Già nel 2015 c’è un filo che unisce i Caparini con gli affari in Russia. Un’intercettazione finisce in un’inchiesta poi archiviata. Bruno Caparini chiama Francesco Stilo, nato a Nicotera (Vibo Valentia) e legato da «un’amicizia trentennale» all’imprenditore lombardo. Nella giornata del 28 agosto Stilo avrebbe dovuto accompagnare Caparini al castello di Ponte di Legno ad incontrare quattro cittadini russi – di cui uno direttore generale di Gazprom Energoholding (la holding del colosso russo per il settore energetico) – con i quali, durante il pranzo, avrebbero discusso di affari. I russi, infatti,



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